I lavori per la costruzione della Diga del Brasimone presero avvio il primo marzo 1910, sotto la direzione di Amilcare Toscani, protagonista di simili lavori in altre parti d’Italia: “Nel 1910 e 1911 – scrive egli stesso – ho eseguito, come direttore dei lavori, per incarico della Soc. Strade Ferrate Meridionali di Firenze, con oltre 1200 operai alle mie dipendenze, l’impianto idroelettrico del Brasimone a Castiglione dei Pepoli, fra Bologna e Firenze, progettato dall’ing. Omodeo, con la prima diga ad alta ritenuta per raccogliere le acque in un serbatoio da utilizzare per la produzione di energia elettrica. Durante questo lavoro, coerente con le idee socialiste coltivate nella prima gioventù, fui io il primo in Italia ad applicare 8 ore di lavoro ed a concludere accordi con la Camera del Lavoro di Bagni della Porretta per l’applicazione delle paghe alle maestranze”.
Tali propositi portarono evidenti benefici; nonostante le non brevi sospensioni dovute al maltempo e al rigido inverno, il 27 aprile 1910, terminati i lavori di scavo, si cominciò la costruzione della diga e a ottobre era stata realizzata più di metà dell’opera. I lavori vennero sospesi tra novembre e aprile 1911, ma già il primo novembre successivo la diga era ultimata e si allacciarono le strade che correvano sulle due sponde.
In soli 15 mesi dall’avvio l’opera era terminata, con mezzi e tecnologie certo non paragonabili a quelli dei nostri giorni.
“Cominciai allora ad andare al lavoro. Il primo lavoro fu di portare calce con un secchio che poteva portare dai 25 ai 35 kg di calce. Andai proprio vicino al bacino di Brasimone… la diga era in rifinizione e mi toccò un muratore chiamato Mengobello: era brutto e nero, e metteva più calce che sassi in muro di sostegno a valle della strada… Sicché mi faceva fare troppa fatica e i miei compagni a volte mi davano una mano. A mezzogiorno avevano quasi tutti chi una pentolina chi un tegamino, chi con latte e caffe chi con minestre e companatici, pane e talora la minestra, un bottiglino di vino; un fuocatello e tutti attorno quando era freddo e quando era caldo. Si riscaldava quello che uno aveva poi ci si metteva à consumarlo sotto una frasca”.
Questi sono i ricordi di Bruno Frusini, classe 1898, operaio nei lavori per la realizzazione della diga sul torrente Brasimone. La costruzione della strada Castiglione – Camugnano e i lavori
della diga “comunque portò in tutte le case un miglioramento di vita. Così anch’io ne ebbi il frutto, ma ogni tanto vi era una sospensione per mancanza di soldi. L’impresario, un povero diavolo di nome Nucci Antonio che i miei le prestavano più volte soldi e lo accompagnava tutte le sere a casa, che abitava ai Casoni dal paese circa 2 chilometri era anche zoppo e pauroso… Fra tempo si lavorava i tecnici per fare un bacino cioè allo scoliere. Giù vi era il molino e proprio lì veniva la diga. Questa volta cioè verso il 1908 iniziò questo lavoro [la strada, ndr] e le paghe andarono a lire 2 2.20 al giorno così ogni famiglia comperava il vino: festa per tutti, vino a volontà, tutti avevano il barile o la damigiana in casa sempre piena”.
Immagini tratte da: L. Righetti, La nascita dell’indistria idroelettrica nella valle del Brasimone